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Wislawa Szymborska e gli incontri fulminanti. Per una narrativa fuori dai soliti sentieri


Ringraziamento

Amore a prima vista
Sono entrambi convinti
che un sentimento improvviso li unì.
È bella una tale certezza
ma l’incertezza è più bella.

Non conoscendosi, credono
che non sia mai successo nulla fra loro.
Ma che ne pensano le strade, le scale, i corridoi
dove da molto tempo potevano incrociarsi?

Vorrei chiedere loro
se non ricordano –
una volta un faccia a faccia
in qualche porta girevole?
uno « scusi » nella ressa?
un « ha sbagliato numero » nella cornetta?
– ma conosco la risposta.

No, non ricordano.

Li stupirebbe molto sapere
che già da parecchio tempo
il caso giocava con loro.

Non ancora pronto del tutto
a mutarsi per loro in destino,
li avvicinava, li allontanava,
tagliava loro la strada
e soffocando una risata
con un salto si scansava.

Vi furono segni, segnali,
che importa se indecifrabili.
Forse tre anni fa
o lo scorso martedì
una fogliolina volò via
da una spalla a un’altra?
Qualcosa fu perduto e qualcosa raccolto.
Chissà, forse già la palla
tra i cespugli dell’infanzia?

Vi furono maniglie e campanelli
su cui anzitempo
un tocco si posava su un tocco.
Valigie accostate nel deposito bagagli.
Una notte, forse, lo stesso sogno,
subito confuso al risveglio.

Ogni inizio infatti
è solo un seguito
e il libro degli eventi
è sempre aperto a metà.

da “Vista con granello di sabbia”

Devo molto
a quelli che non amo.
Il sollievo con cui accetto
che siano più vicini a un altro.

La gioia di non essere io
il lupo dei loro agnelli.

Mi sento in pace con loro
e in libertà con loro,
e questo l’amore non può darlo,
né riesce a toglierlo.

Non li aspetto
dalla porta alla finestra.
Paziente
quasi come un orologio solare

capisco
ciò che l’amore non capisce,
perdono
ciò che l’amore non perdonerebbe mai.

Da un incontro a una lettera
passa non un’eternità,
ma solo qualche giorno o settimana.

I viaggi con loro vanno sempre bene,
i concerti sono ascoltati fino in fondo,
le cattedrali visitate,
i paesaggi nitidi.

E quando ci separano
sette monti e fiumi,
sono monti e fiumi
che si trovano in ogni atlante.

E’ merito loro

se vivo in tre dimensioni,
in uno spazio non lirico e non retorico,
con un orizzonte vero, perchè mobile.

Loro stessi non sanno
quanto portano nelle mani vuote.

“Non devo loro nulla” –
direbbe l’amore
su questa questione aperta.

RISVOLTO
Nei lontani anni Sessanta W. Szymborska, incuriosita dal divario fra l’attenzione che i recensori riservano ai libri ‘nobili’ (narrativa, saggistica storico-politica, classici), destinati tuttavia a restare in buona parte sugli scaffali delle librerie, e il vasto successo riscosso da libri di tutt’altro genere (quelli di banale divulgazione scientifica, manuali del fai da te, almanacchi), decise che valeva la pena di dedicare proprio a questi ultimi qualche considerazione. Non da critico professionista, certo, ma da amateur, usando il libro come pretesto per divagazioni in punta della sua caustica penna: «In ultima analisi mi sono resa conto di essere e voler restare una lettrice amatoriale, su cui non gravi l’imperativo di un’incessante valutazione. Per me, talvolta, il libro può costituire l’argomento centrale, talaltra solamente il pretesto per abbandonarmi a fuggevoli associazioni di idee».
Da allora questa eccentrica opera di scavo non si è mai interrotta, e continua a produrre anche nel nuovo secolo i suoi frutti sapidi di humour: da un malizioso commento sull’incontro tra Andersen e Dickens agli inconvenienti del vivere quotidiano a corte nella sfolgorante Polonia settecentesca; dalle improbe fatiche cui medium e occultisti devono sobbarcarsi in privato per esercitare al meglio le loro arti alle insospettate possibilità espressive dell’alfabeto cinese; dall’esilarante cronaca di una serie di non-incontri con Czesław Miłosz al ritratto ammirato di Alfred Hitchcock – un personaggio che, per il gusto dei particolari con alone di suspense e le chiuse fulminanti, in fondo le assomiglia. (dalla presentazione del libro)

Maria Wisława Anna Szymborska è stata una poetessa polacca. Premiata con il Nobel per la letteratura nel 1996 e con numerosi altri riconoscimenti, è generalmente considerata la più importante poetessa polacca degli ultimi anni e una delle poetesse più amate dal pubblico di tutto il mondo. Fonte Wikipedia


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