
Sul numero 12 della rivista “Atanor”, uscito nel dicembre 1924, Renè Guènon pubblica un articolo dal titolo Il Re del Mondo. in esso il pensatore offre un’interpretazione di questa misteriosa figura e la colloca in una tradizione. In quei giorni vedeva la luce anche la traduzione francese del saggio di Ferdinand Ossendowski Bestie, uomini, Dei (apparso in inglese nel 1923). Si tratta del resoconto di quanto accadde tra bianchi e bolscevichi ai confini dell’impero russo; l’opera riporta inoltre notizie dell’inquietante barone Von Ungern-Stenberg e rivela all’occidente il “mistero” del re del mondo. Guènon, che partecipa con Maritain alla presentazione del libro, decide di ampliare l’articolo e di trasformarlo in un saggio (uscirà nel 1927). Ora è di nuovo tradotto per Luni da Anna Pensante. In esso svela analogie e legami tra i testi di diverse tradizioni sull’argomento. In dense pagine corre dai miti antichi al Graal, dalle leggende medievali ad Atlantide o alla Bibbia. dietro il riassunto di Ossendowski segnala una “dottrina immemorabile”, presente in tradizioni orientali ed occidentali, nata da un’unica fonte: questo re è una figura metafisica, simbolo del principio della sovranità universale. Evoca l’unità di sacerdozio e di regalità delle origini, è l’intelligenza “cosmica”, il legislatore degli inizi; si può ritrovare nelle mitologie e nelle religioni: era Mina o Menes degli egizi, il Manu degli indiani, il Nenev dei Celti, il Minosse dei cretesi, il sacerdote – re Melchisedek degli Ebrei. Detto in soldoni, non è “il re di questo mondo”, ma l’avversario ed esercita un potere spirituale. Guènon ricorda che non è possibile identificarlo con alcun personaggio storico. Potrebbe manifestarsi, come anticamente accadde, ma non nel nostro tempo: viviamo in età oscura e di decadenza che si sta allontanando sempre più dal centro spirituale delle origini. La tradizione s’è perduta, s’è fatta segreta e si conserva soltanto in alcuni centri iniziatici; da qui nasce l’esoterismo. L’intervento del 1924 non sfuggì alla chiesa; del resto, sullo stesso numero di “Atanòr” comparve anche l’articolo di Arturo Reghini “un’avvenimento massonico e di gesuiti”. Il papa regnante, Pio XI, l’11 dicembre 1925 promulgò l’enciclica “Quas primas” con cui istituiva la festa del cristo Re. Il documento asserisce che “la peste dell’età nostra è il cosidetto laicismo con i suoi errori e i suoi empi incentivi”. Esso volle negare l’impero di Cristo su tutte le genti; si negò alla Chiesa il diritto – che scaturisce dal diritto di Gesù cristo – di ammaestrare, cioè, le genti, di fare leggi, di governare i popoli per condurli all’eterna felicità”. Una risposta energica al “laico” Guènon?

Armando Torno, “Cercando il mistero cosmico del Re del mondo” Dalle pagine culturali del Sole 24 ore, Domenica 14 novembre 2021 – numero 313.
Il Re del Mondo, Renee Guènon, Luni Editrice, pagg. 96, euro 10