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27 LUGLIO 2021

La melodia che manda in frantumi ogni ordine

…con corrosivi, che in Inferno sono salutari e medicinali, perchè disciolgono le superfici apparenti e mostrano l’infinito che vi era nascosto.” (William Blake, The Marriage of Heaven and Hell)

William Blake, illustrazione da Jerusalem (1821)
La realtà non è un dato di fatto, ma una costruzione, sia personale che collettiva. E’ un sistema complesso e palpitante, che ognuno plasma per sè, intrecciandovi osservazioni e pregiudizi, sentimenti, scoperte, errori, consuetudini. Una creazione che solo in parte è individuale, perchè va a scontrarsi, influenzarsi e rafforzarsi con quella degli altri, fino a creare il sentimento, in gran parte condiviso, di un “reale” collettivo.

Quel che chiamiamo “realtà” dunque non è tanto una verità assoluta ed esterna a cui possiamo attingere, quanto un modello che nasce dall’interazione fra noi e l’impalpabile oggettività dell’essere. Il suo emergere come risposta umana non lo rende priva di valore, anzi: pur non essendo infallibile, è comunque uno strumento indispensabile per orientarsi e non affogare nei labirintici flutti della vita.

La propria realtà costituisce un sistema solido e persino ostinato, capace di resistere anche di fronte alle prove sperimentali che pur ne rendono evidenti i limiti e le storture. Il suo essere radicato nel tessuto collettivo lo rende in gran parte impermeabile alle innovazioni: solo cambiamenti culturali di ampio respiro riescono a smuoverlo, ma perché ciò accada in genere occorrono vasti e combattuti periodi.

Esistono tuttavia alcune forze corrosive, capaci di dissolvere in un istante l’impalcatura del reale, e mostrare impietosamente che si trattava non di un’entità assoluta e indiscutibile, ma di una costruzione umana, con tutti i limiti che ciò comporta. Una vertigine che scuote le consuetudini e le certezze con cui viviamo, spalancando al tempo stesso la porta di altri regni, mostrando nuove vie per vivere e concepire l’esistenza.

È con questa chiave di lettura che si può affrontare Il pane selvaggio di Piero Camporesi, fondamentale testo del saggista bolognese, da poco ripubblicato da Il Saggiatore (qui la scheda del libro sul sito della casa editrice).


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