De rerum natura (Lib. V, 656-662)
– Così a un’ora fissa Matuta soffonde con la rosea luce
dell’aurora le rive dell’etere e spande la luce…
è fama che dalle alte vette dell’Ida si assista
a questi fuochi sparsi quando sorge la luce,
poi al loro riunirsi come in un unico globo
formando il disco del sole e della luna –

LA LEUCOTEA
La Mater Matuta, nella mitologia romana era la Dea del Mattino o dell’Aurora. Più tardi associata alla Dea greca Ino, l’Aurora. In poche parole era la Dea Bianca di cui parla Robert Graves.
Ovidio narra che quando Ino-Leucotea arrivò a Roma, aveva incontrato le Baccanti che celebravano i riti dionisiaci, le quali, istigate da Era, che ancora non aveva perdonato ad Ino di aver fatto da nutrice a Dioniso fanciullo, si erano scagliate su di lei e stavano per straziarla.
Alle sue grida era accorso Ercole, che si trovava proprio nelle vicinanze, e l’aveva liberata; l’aveva poi affidata a Carmenta, madre di Evandro, la quale le annunciò che a Roma le sarebbe stato tributato un culto insieme al figlio, che sarebbe stato onorato col nome di Portunno.
MATER MATUTA

Ma la Mater Matuta aveva connotazioni diverse dalla Leucotea, perchè era una Dea più terrena che non aerea, aveva un po’ il carattere della Signora delle Belve, il suo trono aveva sfingi o leoni e il suo carro era tirato da leoni.Sembra che una statua della Dea con figlioletto Portunus in braccio fosse stata deposta proprio nel tempio di Portunus, che a Roma venne dedicato proprio il giorno dei Portunalia, secondo quanto riferito da Varrone, e si trovava presso il Ponte Emilio, come indicano alcuni antichi calendari romani.Infatti l’attuale tempio, di epoca repubblicana, si trova di fronte alla chiesa di S. Maria in Cosmedin, poco distante dal Tempio di Ercole Olivario, collegato con il vicino Portus Tiberinus.Anticamente il luogo si chiamava Foro Boario, poco distante dal Tempio di Ercole e dal più antico porto tiberino, che si estendeva a nord del tempio e del quale rimangono alcuni muraglioni. Il tempio, che volta le spalle al foro Boario, è uno dei pochi dell’età repubblicana arrivato integro. Nella Roma dei Cesari, il tempio era eretto tra due portici.
